Mi presento…

Salve a Tutti, mi chiamo Martina, sono nata a Verona nel 1965 e mi muovo su una sedia a rotelle dal 28 maggio 1990.

Dal 4 di aprile 2020 sono la nuova presidente di Joni and Friends Italia. Conosco Joni And Friends Italia O.D.V. da quando è nata 20 anni fa, e la sua presidente storica Caterina fin dai primi passi dell’Associazione. Dal 2012 collaboriamo insieme a mio marito Sandro per la formazione dei volontari italiani. Dal 2019 siamo nel direttivo dell’associazione. La proposta di divenire presidente, incarico molto importante e di grande responsabilità, è arrivata sottovoce e nel tempo. Dio ci aiuterà ad essere all’altezza. Parlo al plurale perché penso che come disabile non potrei fare molto senza il mio caro marito Sandro, che mi accompagnerà sempre.

Vi racconto di me. Non sono di famiglia evangelica, come molti italiani provengo dal cattolicesimo. A 17 anni, per vari motivi, pensavo di aver sotterrato ogni mia ambizione e come è tipico per quell’età, tutte le strade per la mia vita sembravano segnate dalla negatività più assoluta. Ma un amico mi parlò di Gesù in modo nuovo, non religioso, un Gesù che si poteva incontrare personalmente e che poteva ridare un senso alla mia esistenza e una risposta eterna alla mia vita. Di conseguenza alla mia conversione i miei obiettivi sono cambiati e tutto ha ripreso ad avere un senso più profondo e vero. A 21 anni ero già sposata e trasferita nella città di mio marito Sandro, a Roma. Appena sposati abbiamo frequentato un college biblico della nostra denominazione per formarci per un servizio pastorale e a pieno tempo nella chiesa. A 23 anni ero madre della mia Stefania ed ero molto impegnata come missionaria insieme a Sandro, praticamente paga della mia esistenza. Ci eravamo stabiliti lontano dalle nostre famiglie e ci prendevamo cura della chiesa di Gissi in provincia di Chieti, e dopo quasi due anni di servizio ne abbiamo fondata un’altra a Vasto. Le mie aspettative erano legate alla felicità della mia famiglia e alla soddisfazione che mi dava il prodigarmi per il “prossimo” che Dio mi aveva affidato. Avevamo poi sogni e altri progetti grandiosi che continuavamo a fare, forti della nostra giovane età!

L’unico approccio che ho avuto con la disabilita fino a quel momento è stato con la problematica psichiatrica di uno zio che poi si è tolto la vita. La sindrome depressiva di mia madre e di una zia materna. La zia con sindrome di Down di un mio amico, e ricordo che da piccolina, nel retro della corriera della scuola, c’erano dei bambini che andavano le scuole differenziali perché avevano dei ritardi cognitivi importanti. Nessuno mi ha mai insegnato ad approcciare un disabile, e farlo mi metteva in estremo imbarazzo, pur essendo credente e conoscendo passaggi della scrittura capaci di incoraggiare chi è nel dolore.

A 25 anni un colpo di spugna cambiò la mia vita e quella della mia giovane famiglia, un’auto uscendo di strada mi ha investita sul marciapiede, ero con la mia Stefania di diciotto mesi, che si è salvata per miracolo. Io invece sono rimasta paraplegica (con una paralisi dalla vita in giù) da allora uso una sedia a rotelle per muovermi, cancellando ogni ambizione di servizio pratico. Da quel momento ero io che avevo bisogno di aiuto! Con la mia disabilità arrivarono anni di frustrante riappropriazione della vita, cercando di superare disagi, riorganizzando e ridimensionando situazioni e aspirazioni. Piano, piano ci siamo riorganizzati, abbiamo reinvestito su noi stessi e ci siamo rimessi a studiare per poter essere in grado di servire ancora la chiesa con un servizio da svolgere non più con le mani ma con la competenza. Nel ’97, insieme ad una coppia di evangelisti e altri due fratelli fondammo un’associazione per la tutela dell’infanzia, dove io mi occupavo dell’infanzia con disabilità.

A 37 anni ho avuto la mia secondogenita, una gravidanza in sedia a rotelle, non facile. A ottobre 2001 è nata Alessandra, bimba dolcissima e solare. Alessandra a tre mesi di vita cominciò ad ammalarsi in maniera persistente, scoprimmo, troppo tardi che non aveva difese immunitarie (sindrome da immunodeficienza primitiva severa). Le abbiamo provate tutte ma dopo 40 giorni di terapia intensiva, al compimento del suo nono mese di vita, Alessandra ci ha lasciati e si è portata via tutti i progetti che noi avevamo su di lei. Eravamo distrutti, tutti, anche Stefania la nostra primogenita. Dopo un anno sabatico, dedicato con ogni energia per sostenerci e sostenere la nostra figlia adolescente, abbiamo ricominciato, timidamente, a progettare qualcosa per rimetterci in gioco. A 39 anni ci siamo iscritti alla facoltà di Sociologia de La Sapienza di Roma. Non è stato facile, ricominciare a studiare, frequentare le lezioni nelle mie condizioni di disabilità, avere una figlia da seguire che frequentava le superiori, la casa, la disabilità e molti impegni che si moltiplicavano nella nuova veste ministeriale di insegnati e formatori in varie scuole bibliche. Ci abbiamo messo tanto tempo, siamo andati fuori corso, ma a luglio 2011 a 46 anni mi sono laureata (insieme al mio inseparabile e straordinario marito) con la votazione di 110 su 110. A marzo 2011 anche la nostra Stefania si era laureata in economia (battendoci sul tempo e dopo essersi diplomata con il massimo dei voti – 100 su 100 – tre anni prima). A settembre del 2011 abbiamo festeggiato i “primi” 25 anni di matrimonio … sogni, visioni, progetti e traguardi raggiunti. Da allora ci spostiamo per l’Italia per fare seminari e conferenze di ogni tipo, sia in chiese che per gruppi laici in luoghi istituzionali, (strana ironia della volontà di Dio, ora che la mia vita ruota, gira più veloce di quando ero bipede). Grazie a Dio! Abbiamo scritto un libro, ora in ristampa, dal titolo “La spiritualità nei Bambini e le responsabilità degli adulti”, e altri testi di uso interno sulla disabilità, guarigione e dolore dal punto di vista teologico, fascicoli per scuole bibliche. Abbiamo in previsione di scrivere un testo di testimonianza, uno per le coppie cristiane, e altro. Siamo presenti sul web nei social (questo è l’indirizzo della nostra pagina ministeriale http://is.gd/urLdAI).

Racchiudere 30 anni di disabilità non è facile, ho descritto le situazioni più disastrose e quelle più entusiasmanti. Non vorrei dilungarmi di più.

La mia nuova veste di presidente, mi vede aprire questa sfaccettatura del nostro ministerio in un momento durissimo per l’umanità intera. Insieme alla cara Caterina, che resterà nel comitato direttivo, e a una buona parte di volontari abbiamo pensato a progetti nuovi, come quello della chat online “Ti ascolto con il cuore”, che comincia già a dare i suoi frutti. Molte persone stanno chattando con i nostri volontari, e siamo estremamente soddisfatti di questo immediato risultato. Ci stanno venendo altre idee, tutte da assommare ai progetti storici dell’associazione, ma che sono particolarmente indicati in questo tempo sospeso. Vi terremo informati.

Dio non smette di stupirci, perché anche se siamo con poca forza Egli ci promette una vita piena ed entusiasmante in Lui. Non è persona con disabilità chi lo è ma chi di sé lo pensa. Gesù ci incoraggia a rispondere agli sgambetti del nemico con le sue stesse parole: «Il ladro non viene se non per rubare e ammazzare e distruggere; Io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano ad esuberanza» Giovanni 10:10

Questo è il nostro sentimento e questo è ciò che vorremo trasmettere a tutti i soci e sostenitori dell’Associazione. Ognuno è parte di un ingranaggio che se ben oliato dallo Spirito Santo riusciremo, insieme, a fare grandi cose seguendo le orme del Maestro.

Dott.ssa Martina Zardini Gianneramo